giovedì 22 gennaio 2009

De André Talk


De André Talk, di C. Sassi e W. Pistarini (Coniglio Editore)
Le interviste e gli articoli della stampa d’epoca
Un uomo schivo, uno scrittore colto, un amico gioviale dalla dialettica affascinante: quale l’aspetto di De André che ha contribuito alla costruzione della sua immagine? Certamente il talento e la cura per il suo lavoro sono gli elementi che hanno portato il cantautore genovese a diventare quel grande artista che continua a far innamorare di sé intere generazioni. Eppure non basta, a chi vuole svelarne il mistero, conoscere il “personaggio pubblico”. Leggere le sue lunghe conversazioni, quelle a cui si lasciava andare quando non si sentiva sotto i riflettori, aiuta a sciogliere alcuni nodi di una personalità complessa, eppure mai nebulosa. Quando sembrava dimenticare che le sue parole sarebbero state lette dalla comunità di ammiratori che cresceva di anno in anno, De André si trasformava in un gran comunicatore e parlava con piacere dei suoi progetti, del mondo musicale italiano (aspre le critiche contro le manifestazioni canore, prima fra tutte Sanremo), ma anche di argomenti legati alla sua vita personale, come il trasferimento in Sardegna per dedicarsi all’allevamento e all’agricoltura o il racconto dei difficili giorni del rapimento. Il volume, inoltre, offre la riproduzione anastatica di numerosi articoli ormai introvabili.

Fabrizio De Andrè - Spesso mi ha fatto pensare


Fabrizio De Andrè - Spesso mi ha fatto pensare, di autori vari, cofanetto libro+cd+libretto (Eluthera)
Fabrizio De André è ancora uno dei cantautori, anzi dei poeti più amati un po' da tutti – da chi ha vissuto accompagnato dalle sue canzoni la seconda metà dello scorso secolo come da chi non l'ha mai «conosciuto» e lo scopre oggi.Un rapporto speciale De André ha sempre avuto con gli anarchici (tra l'altro si è sempre definito tale, fin dagli anni Sessanta). Nel 2001 il mensile «A rivista anarchica» ha prodotto alcuni Cd e Dvd su di lui. Non tanto sul cantautore, quanto sull'intellettuale, sul sostenitore di tante «cause perse», sul cantore di ladri, impiccati, prostitute, indiani, zingari.Il primo di questi prodotti è il cd+libretto ed avevamo gli occhi troppo belli, nel quale viene eseguita, tra l'altro, una versione live del brano Se ti tagliassero a pezzetti e l'esecuzione inedita del brano I Carbonari. Ma soprattutto in questo cd si può ascoltare la sua inconfondibile voce parlare appunto dei temi esistenziali e sociali che hanno infl uenzato la sua poetica.Ci ritorna un Fabrizio fine pensatore sempre schierato – come amava dire – in direzione ostinata e contraria. Il libretto contiene scritti di Emile Armand, Mariano Brustio, Giovanna Boursier, Paolo Finzi, Romano Giuffrida, Mauro Macario, Errico Malatesta, Riccardo Mannerini e della redazione di «A rivista anarchica».
IL LIBRO: DE ANDRÉ: GLI OCCHI DELLA MEMORIA - TRACCE DI RICORDI CON FABRIZIO di Romano Giuffrida - 168 pp. ill. Prefazione di Mauro Macario Illustrazioni di Massimo Caroldi
Sulla scena dei grandi mutamenti culturali e sociali che hanno interessato l'Italia negli ultimi decenni, Fabrizio De André ha tessuto la trama di sensazioni ed emozioni che hanno disegnato il sentire libertario per più di una generazione. Il libro rilegge le sue canzoni rintracciando i «fili» che hanno composto l'arazzo della sua poetica, definendone i percorsi e le tonalità che più hanno influenzato il pensiero e l'agire politico di chi ha amato la sua poesia. In questo viaggio nella memoria con Fabrizio De André, l'autore incontra anche le parole di chi Faber ha cantato e quelle di chi, nelle sue poesie, non solo si è riconosciuto ma ha trovato anche un senso per il proprio vivere e il proprio agire.

Fabrizio De André. Discografia illustrata


Fabrizio De André. Discografia illustrata, di M. Neri, C. Sassi e F. Settimo (Coniglio editore)
Questo libro ricostruisce e analizza la discografia di Fabrizio De André con pretese di completezza; ed effettivamente raggiunge l'obiettivo. Per la prima volta la sua opera viene schedata dal primo 45 giri uscito nel 1961 (e non nel 1958 come erroneamente riportato da quasi tutte le discografie) fino alle ultime pubblicazioni. Ogni aspetto dell’arte di De André viene passato al setaccio con rigore, chiarezza e notizie in molti casi inedite, centinaia di immagini di copertine ed etichette rarissime.

Ballata per Fabrizio De André


Ballata per Fabrizio De André, di S. Algozzino (Becco Giallo)
Che cosa succede se Tito, Marinella, il Gorilla, Michè, Bocca di Rosa prendono magicamente vita per raccontarci - da un privilegiato punto di vista - il loro indimenticato creatore?Prostitute, balordi, ubriaconi, travestiti: una galleria memorabile di personaggi "ultimi", un coro di voci inedito e appassionato trova vita in forma di fumetto: un originalissimo, intimo viaggio in quattro atti dentro l'opera di Fabrizio De André. Uno strumento curioso per continuare a ricordarlo, studiarlo, sentirlo sempre vicino a 10 anni dalla sua scomparsa.Intenso. Non trovo aggettivi migliori per descrivere il viaggio che mi ha portato a questo libro. Tito, Michè, Andrea: li sento ancora parlare nella mia testa, litigare per chi deve andare in scena, discutere di sesso, religione, politica, miseria.(Sergio Algozzino). Avevo capito al primo accordo, al primo respiro, al primo ascolto. Quelle melodie malinconiche, quel qualcosa di medievale, di grezzo, di delicato e sanguigno, mi avevano sconquassato. Oggi continuano a farlo. (dalla prefazione di Guillaume Bianco)

Smisurate preghiere


Smisurate preghiere. Sulla cattiva strada con Fabrizio De André, di C.G. Romana (Arcana)

La Genova stretta e impossibile da strapparsi dal cuore, il mare “dove ogni onda è un’altra”, gli straccioni senza vergogna, l’amore mercenario delle puttane, la morte che punisce i potenti, le preghiere senza Dio, l’eresia, la bestiemmia, l’anarchia. E poi ancora Villon, Rabelais, Brassens, Leonard Cohen, il Maggio francese, il Sessantotto, Spoon River, Aristofane, il canto delle onde e quello dei marinai.Smisurate preghiere è un cammino denso e inedito, lirico e mimetico, fatto di piccole rivelazioni e lunghi aneddoti, di memorie esposte al vento e narrate dall’amico che ne ha condiviso il viaggio. Un avvolgente amarcord dove il cuore rallenta e la testa cammina, e dove a volte è necessario un respiro lungo per non lasciarsi soffocare dall’emozione. I sogni, i dubbi, gli amori del nostro più grande cantautore raccontati attraverso le sue canzoni e la sua voce dorata. Quella di un poeta che è morto a stento, o che, come dice chiunque lo abbia amato, in quel gennaio del ’99 non è mai morto davvero. “Perché non scrivi qualcosa su Don Chisciotte?”. “Adoro Cervantes, ma Don Chisciotte non l’ho mai amato”, tranciò definitivo Fabrizio. E si lanciò in una digressione sul sogno, “che è cosa diversa dall’allegoria: l’allegoria restituisce la realtà in confezione regalo, il sogno la elude”. “Io non sono uno che vende sogni: i sogni si sognano, la realtà si racconta”. Non fu mai data definizione più perfetta del lavoro di Fabrizio De André: c’era, dentro, la sua impavida urgenza di lucidità, quel senso cocciuto del reale che, pur nei voli più arditi, tiene ancorata la sua poesia e la rende utile e grande. NUOVA EDIZIONE


La poesia per musica di Fabrizio De André


La poesia per musica di Fabrizio De André, di L. Tibaldi (Zona)
Le canzoni di De André analizzate come vere e proprie poesie del Novecento italiano, un'indagine concentrata sull'umanità dell'autore e dei testi, sui temi e i sentimenti più forti: la necessità dell'amore, l'incombenza della morte, la ricerca di Dio.
Nell’ascoltare le canzoni del cantante genovese ci si accorge immediatamente della cura che la scelta di ogni parola ha richiesto. Come nella poesia ogni termine occupa un suo posto specifico (per significati, musicalità, esigenze metriche o stilistiche), allo stesso modo, nelle canzoni di De André, la parola impiegata colma tutto lo spazio a sua disposizione e ha un’assolutezza che la fa apparire come insostituibile. L’incontro dell’autore con la poesia non è, però, immediato. In questa sede, le canzoni vengono spogliate della loro veste musicale per essere messe a nudo e analizzate. L’approccio ai testi messo in atto è del tutto conforme a quello che si sarebbe utilizzato di fronte ad una qualsiasi poesia del Novecento italiano, prevedendo una lettura metrica, stilistica, lessicale, retorica e, non ultimo, contenutistica dei brani. Questa proposta di analisi mostra un sentiero percorso nel tentativo di rimanere in sintonia con le motivazioni che hanno mosso la ricerca del cantautore. La finalità etica che, sempre, egli ha posto sullo sfondo delle storie raccontate in musica, è una caratteristica peculiare della sua produzione artistica e per questo motivo ho ritenuto di dover riservare una grande attenzione all’analisi dei temi trattati. Gli album sono affrontati nel loro insieme e in una sequenza strettamente cronologica, anche per poter gettare le basi di quel percorso trasversale affrontato nei due capitoli successivi. L’indagine di De André è tutta concentrata sull’umanità, per questo il mio lavoro si muove all’inseguimento di quei sentimenti che, secondo l’autore, la caratterizzano: la necessità dell’amore, l’incombenza della morte, la ricerca di Dio. All’amore è dedicato lo spazio di un intero capitolo, ma, nonostante questo, l’argomento è tanto vasto da sfondare le barriere che gli sono state assegnate per affiorare anche in luoghi diversi. Per De André, questo è il sentimento che più condiziona e contraddistingue, ad esempio, l’esistenza di una donna. Non solo, dunque, l’amore cantato tradizionalmente tra l’uomo e la sua compagna ma anche l’amore in quell’accezione che è retaggio esclusivo del mondo femminile. Quel moto dell’anima che si incarna nella figura della madre e in quella della prostituta, facce opposte di una medesima medaglia a protezione della quale sono chiamate due immagini “mitiche”, da una parte Maria, madre di Gesù, e dall’altra Bocca di Rosa. Nell’argomento rientrano anche tópos classici quali la separazione forzata degli amanti, molto spesso causata dalla guerra, e la riflessione sull’amore che tenta di sorprendere e abbattere le barriere temporali. A questo punto dell’analisi, il tema d’amore è già inevitabilmente annodato all’indagine sulla morte. Questo binomio, che tanta parte della nostra letteratura si è trovata ad affrontare, ritorna all’interno del canzoniere deandreiano con una forza difficilmente stimabile. Ecco perché il mio studio si snoda lungo quella linea di confine che continuamente oscilla tra il trionfo della vita, realizzato nell’amore, e il trionfo della morte. Vittoria, quest’ultima, alla quale il cantautore non riesce ad arrendersi facilmente, e che porta al suo interno i germi della tensione religiosa riscontrata lungo tutta la sua opera e a cui l’ultima parte dello studio è dedicata.

1958-1968: Fabrizio De André


1958-1968: Fabrizio De André, di S. Di Tonno (Edizioni La Lontra)
Nella Genova del dopoguerra alcuni amici decisero di rivoluzionare il mondo della canzone: ci riuscirono. I dieci anni più spensierati di Fabrizio De Andrè trascorsi in compagnia dei suoi tanti amici. I locali in cui è stato visto e i paesi da lui visitati. Musicalmente il periodo più interessante: grande creatività, contestazione giovanile e impegno sociale. Un viaggio nei luoghi della Valle Scrivia dai quali sono nati i suoi motivi immortali.

De André. Gli occhi della memoria



De André. Gli occhi della memoria, di R. Giuffrida (Eleuthera)

Sulla scena dei grandi mutamenti culturali e sociali che hanno interessato l'Italia negli ultimi quattro decenni, Fabrizio De André ha tessuto la trama di sensazioni ed emozioni che hanno disegnato il sentire libertario per più di una generazione. Il libro rilegge le canzoni di Faber rintracciando i "fili" che hanno composto l'arazzo della sua poetica, definendone i percorsi e le tonalità che più hanno influenzato il pensiero e l'agire politico di chi ha amato la sua poesia. In questo viaggio nella memoria con Fabrizio De André, Romano Giuffrida incontra anche le parole di chi Faber ha cantato e quelle di chi, nelle sue poesie, non solo si è riconosciuto ma ha trovato anche il senso del proprio vivere e del proprio agire. Sono le lettere che idealmente scrivono a Fabrizio: Carla Corso, Alda Merini, Andrea Gallo, Giorgio Bezzecchi, Massimo, Claudio Lolli, Tonino Paroli, Stefano Raspa.

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Fabrizio De André. In direzione ostinata e contraria

Fabrizio De André. In direzione ostinata e contraria, di A. Podestà (Zona)

Un contributo rigoroso di studio e ricerca sulla produzione testuale di un artista che ha conquistato consensi al di là delle generazioni e che continua ad accompagnarci con la sua voce e le sue parole - miracolosamente, poeticamente “esatte”. Attraverso l’analisi attenta dei testi di tutte le sue canzoni, Andrea Podestà ci guida alla scoperta del mondo che Faber ha sognato, e traccia il profilo e il percorso di uno dei più grandi cantori della nostra epoca, considerato - a ragione - il vero poeta della canzone italiana contemporanea. Molte sono le pubblicazioni su De André, ma questo libro ha il merito di analizzare le sue canzoni con attenzione meticolosa e puntuale, di cogliere (e “raccontare” al lettore) quegli aspetti - linguistici e compositivi - che ne hanno contrassegnato lo stile inconfondibile, le influenze letterarie e culturali che lo hanno contaminato, seguendo la precisa cronologia della sua lunga e proficua produzione.Il libro comprende una lunga intervista a Mauro Pagani, a lungo collaboratore di De André, e un’appassionata intervista a Beppe Grillo, amico fraterno di Fabrizio, ed una ricca sezione d’apparato con discografia, sitografia, fans club. E’ difficile rimanere indifferenti di fronte alla figura di Fabrizio De André. Ha fatto “scandalo” la sua eccezionale coerenza di uomo, di poeta sempre dalla parte di “chi viaggia in direzione ostinata e contraria / col suo marchio speciale di speciale disperazione”, di anarchico convinto che la vera libertà degli uomini un giorno si realizzerà - anzi, si è già realizzata - nei “diversi”: prostitute, barboni, indiani d’America, zingari… E’ questa coerenza che ha colpito Andrea Podestà, 33 anni, genovese, insegnante di Lettere, autore del volume.

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Fabrizio De André. Anime salve



Fabrizio De André. Anime salve, di A. Sinopoli (Auditorium Edizioni)

Primo libro dedicato in modo particolare a quel capolavoro che è Anime Salve. Alessandro Sinopoli, trentenne palermitano, in 150 pagine agili e svelte, riesce nell'impresa, veramente improba, di circoscrivere lo smisurato talento deandreiano, riducendolo ai suoi minimi termini, e contemporaneamente attuare la disamina completa e dettagliata del suo ultimo album, ossia quel caposaldo della musica che risponde al nome di Anime salve.Alessandro parte con ordine, inquadrano in ordine cronologico i 13 album di studio e i tre live che, nell'arco di 40 anni, descrivono la parabola artistica di Fabrizio, ancora tutta in fase ascendente quando è stata stoppata dalla morte.

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Volta la carta



Volta la carta, di F. De André e M. Bubola, ill. M. Evangelista (Gallucci)

Una donna semina il grano. Gli uomini fuggono dalla guerra. Un bambino raccoglie ciliegie e piume d'uccello e Angiolina cammina, cammina sulle sue scarpette blu. Carta dopo carta, appaiono tanti altri personaggi: Madamadorè, il gallo, la madre nata ridendo; un pilota biondo e il disco d'orchestra che gira veloce...

La canzone di Fabrizio De Andrè e Massimo Bubola, illustrata da Mario Evangelista. Libro illustrato a colori, grande formato, in allegato CD con la versione originale della canzone interpretata da De André.

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Girotondo


Girotondo, di F. De André, ill. di P. Echaurren (Gallucci)
Al ritmo del Marcondiro, i più piccoli cantano: "Se verrà la guerra, chi ci salverà?" E in coro rispondono: "Ci salverà il soldato, che la guerra non vorrà". Ma gli uomini non sono tutti buoni. E il buon Dio non vuol vedere gli eserciti distruggere la Terra. A consolarci rimarranno solo i fiori, i boschi e le stagioni. Con i bambini, che trasformeranno il mondo in una gran giostra...
La celebre canzone antimilitarista di De André illustrata da Pablo Echaurren. Libro con illustrazioni a colori in grande formato, in allegato CD con la versione originale della canzone interpretata da Fabrizio De André.

Un poeta cieco di rabbia

Un poeta cieco di rabbia, di R. Mannerini (Liberodiscrivere)

"Riccardo Mannerini era un altro mio grande amico. Era quasi cieco perché quando navigava una caldaia gli era esplosa in faccia. E’ morto suicida, molti anni dopo… Abbiamo scritto insieme il Cantico dei Drogati, che per me, che ero totalmente dipendente dall’alcool, ebbe un valore liberatorio, catartico. Però il testo non mi spaventava, anzi, ne ero compiaciuto. E’ una reazione frequente tra i drogati quella di compiacersi del fatto di drogarsi. Io mi compiacevo di bere, anche perché grazie all’alcool la fantasia viaggiava sbrigliatissima." Fabrizio de Andrè “Come un’anomalia” , Einaudi, Torino 1999 Di un mondo inapparso e di un poeta che resta - di Mauro Macario

Antologia di poesie di Riccardo Mannerini, poeta underground di culto, genovese, anarchico, che contribuì in maniera decisiva alla formazione umana e letteraria di Fabrizio De Andrè e ne condivise ideazione e scrittura di "Tutti morimmo a stento", primo concept album del cantautore, e "Senza orario senza bandiera", primo album dei New Trolls prodotto dallo stesso De Andrè.

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Uomini e donne di Fabrizio De André


Uomini e donne di Fabrizio De André, di A. Franchini (Fratelli Frilli)
Fabrizio parla di politica, d’arte, di economia e le sue parole prendono la forma d’insegnamenti. Non lezioni, ma sommesso argomentare da "maestro di vita". Come nelle sue canzoni traspare così l’impronta della sua anima, l’ansia di giustizia mai venuta meno e il sogno, sempre coltivato, dell’anarchia.Chi ha conosciuto Fabrizio De André sa che con lui si poteva parlare di tutto ed apprendere; mai una cosa sola: suonare, mangiare, discutere, bere, fumare; con lui, molto semplicemente "si viveva". A queste conversazioni fa da sfondo il clima culturale e politico degli anni Settanta - Ottanta, col forte incremento dei nuovi poveri, immigrati, zingari, ai margini di quella società che Fabrizio aveva definito "l’economia del dono".In mezzo le opere del cantautore - poeta, quelle canzoni che, attraverso le storie di molti eroi "al contrario", in una magica fusione tra musica e versi, ci hanno fatto conoscere la sopraffazione dei forti, le loro e le altrui miserie, le tante solitudini di uomini e donne, la guerra, la follia, la morte.Uomini e donne di Fabrizio De André si dipana tra l’immensità d’un mare odoroso e inquieto, la durezza della campagna sarda, i luoghi dei concerti, vero filo conduttore del libro, dalla prima apparizione in pubblico nel 1975 sino all’ultima del 1998.Il libro, esaurito nella prima edizione (Cagliari 1997), viene riproposto dall’autore in una nuova edizione completamente rivista ed ampliata.

Fabrizio De André. L'ultimo trovatore


Fabrizio De André. L'ultimo trovatore, di R. Iovine (Fratelli Frilli)
Amato da intere generazioni, letto e studiato in antologie letterarie, Fabrizio De André continua a ispirare biografie e iniziative musicali. L'autore compie, in questo voloume, un viaggio intorno al mito De Anbdré ponendo la propria attenzione soprattutto sugli aspetti musicali sulla personalità di Faber, sulla sua profonda genovesità che gli ha ispirato pagine di notevole fascino.Emerge il ritratto di un artista di profonda cultura, abile nel trovare, di volta in volta, i compagni d'avventura giusti, pur mantenendo sempre un proprio, inconfondibile "marchio" di fabbrica.Anarchico solitario e irriverente, laico dalla intima vena religiosa: l'autore lo immagina come una sorta di ultimo trovatore genovese, non più al servizio dei potenti, ma solo di se stesso e della sua fede morale.

Hotel Supramonte



Hotel Supramonte, di R. Saba (Zona)

Fabrizio De André e i suoi rapitori. “Mi sento più contadino che musicista. Questo è il mio porto, il mio punto d'arrivo. Qui voglio vivere, diventare vecchio...” (Fabrizio De André). Fabrizio De André scelse la Sardegna come luogo di vita, non solo di vacanza, perché se ne sentiva figlio. Amava la sua natura atavica, gli orizzonti illimitati, i profumi e i colori intensi, ma anche quella povertà millenaria che a volte induce forme di criminalità tristemente originali. Perché - come una “janas” dal duplice volto, mezza strega e mezza fata - l'isola incantata è anche la terra matrigna del “banditismo sardo”. Lì Faber venne sequestrato insieme a Dori Ghezzi il 27 agosto 1979. Restarono prigionieri dei loro rapitori per ben centodiciassette giorni. Da quella esperienza il cantautore genovese seppe trarre e trasmettere una grande lezione, artistica e di vita. In questo libro si racconta quella storia: il sequestro, la prigionia, le trattative, i personaggi, i retroscena, le vicende giudiziarie, le canzoni che ce ne hanno reso lo spirito. E la Sardegna , i suoi banditi, i rapimenti più famosi...

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Genova. Canzoni in salita



Genova. Canzoni in salita, di M. Angiolani (Zona)

Guida alla città e alle sue canzoni. Una Genova così non l’avete ancora vista. Questa guida (“una guida a perdersi”, secondo l’autore) vi porta in giro da Ponente a Levante, dal mare e su per le ripide strade che scalano i monti, a caccia dei luoghi immortalati nelle canzoni di Paoli, De André, Bindi, Tenco, Lauzi, Fossati (la grande scuola genovese) o dei loro più giovani “eredi”: Francesco Baccini, Max Manfredi, Claudia Pastorino, Fabrizio Casalino e molti altri... Scoprirete così caruggi, creüze, piazze, gli angoli più magici o nascosti della città, in una luce del tutto diversa, e che siate un turista in cerca di nuove emozioni o solo un residente curioso, il fascino della “Superba” conquisterà anche voi. Marzio Angiolani disegna una mappa “musicale” di Genova unica, poetica, emozionante, e non ci fa mancare un ricco corredo di informazioni utili, per il tempo libero, per mangiare, dormire, bere bene e - naturalmente - ascoltare buona musica dal vivo. Le “Visite guidate” di Federica Bocci contrappuntano quest’itinerario singolare, per scoprire - come si conviene a una vera guida turistica - i luoghi dell’arte “ufficiale”. Per fare un esempio, seguiamo un itinerario quasi obbligato, quello che dal Porto Antico, passando da Piazza Caricamento e poi tra gli odori e i vapori delle friggitorie e focaccerie di Sottoripa, porta in Via del Campo, la via della graziosa, occhi grandi color di foglia. Il Comune di Genova l’ha eletta “strada della musica”, e proprio là ha sede il famoso e originalissimo museo di “memorabilia” dedicato a Fabrizio De André. Dischi, copertine, manifesti, articoli e recensioni, foto, libri, incisioni introvabili, la storica chitarra del Faber, financo le pagelle di scuola: tutto raccolto e conservato dall’amico d’infanzia Gianni Tassio, omino tondo e genuinamente zenéise, capace di intrattenervi per ore con i suoi aneddoti, ricordi, storielle, una vera miniera. Le strade, le piazze, i caruggi, le creüze, i luoghi più magici o nascosti della città si legano così alle parole di canzoni amatissime. Passo a passo, e grazie a un linguaggio ricco di colori e d'immagini, Marzio Angiolani disegna una mappa inedita e suggestiva della città, non facendoci mancare un ricco corredo di informazioni utili, per mangiare e bere bene e (naturalmente!) ascoltare buona musica. Come all’Ostàia de’ Banchi, in Piazza Banchi, la più antica osteria di Genova dove Gigi Picetti “studia gli alcolici con l’impegno del filologo e la passione dell’alchimista”, dove si dice che il giovane Garibaldi finì vittima di una rissa alla vigilia di un’insurrezione e dove oggi s’improvvisano spettacoli e concerti (da qui è passato anche Moni Ovadia). O al Merry Wine di Vico della Neve, dove Federico Manetta, tra il banco e la vetrinetta dei formaggi, lascia suonare chi ne ha voglia, in una “scenografia” degna delle migliori commedie di Gilberto Govi.

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