giovedì 22 gennaio 2009

La poesia per musica di Fabrizio De André


La poesia per musica di Fabrizio De André, di L. Tibaldi (Zona)
Le canzoni di De André analizzate come vere e proprie poesie del Novecento italiano, un'indagine concentrata sull'umanità dell'autore e dei testi, sui temi e i sentimenti più forti: la necessità dell'amore, l'incombenza della morte, la ricerca di Dio.
Nell’ascoltare le canzoni del cantante genovese ci si accorge immediatamente della cura che la scelta di ogni parola ha richiesto. Come nella poesia ogni termine occupa un suo posto specifico (per significati, musicalità, esigenze metriche o stilistiche), allo stesso modo, nelle canzoni di De André, la parola impiegata colma tutto lo spazio a sua disposizione e ha un’assolutezza che la fa apparire come insostituibile. L’incontro dell’autore con la poesia non è, però, immediato. In questa sede, le canzoni vengono spogliate della loro veste musicale per essere messe a nudo e analizzate. L’approccio ai testi messo in atto è del tutto conforme a quello che si sarebbe utilizzato di fronte ad una qualsiasi poesia del Novecento italiano, prevedendo una lettura metrica, stilistica, lessicale, retorica e, non ultimo, contenutistica dei brani. Questa proposta di analisi mostra un sentiero percorso nel tentativo di rimanere in sintonia con le motivazioni che hanno mosso la ricerca del cantautore. La finalità etica che, sempre, egli ha posto sullo sfondo delle storie raccontate in musica, è una caratteristica peculiare della sua produzione artistica e per questo motivo ho ritenuto di dover riservare una grande attenzione all’analisi dei temi trattati. Gli album sono affrontati nel loro insieme e in una sequenza strettamente cronologica, anche per poter gettare le basi di quel percorso trasversale affrontato nei due capitoli successivi. L’indagine di De André è tutta concentrata sull’umanità, per questo il mio lavoro si muove all’inseguimento di quei sentimenti che, secondo l’autore, la caratterizzano: la necessità dell’amore, l’incombenza della morte, la ricerca di Dio. All’amore è dedicato lo spazio di un intero capitolo, ma, nonostante questo, l’argomento è tanto vasto da sfondare le barriere che gli sono state assegnate per affiorare anche in luoghi diversi. Per De André, questo è il sentimento che più condiziona e contraddistingue, ad esempio, l’esistenza di una donna. Non solo, dunque, l’amore cantato tradizionalmente tra l’uomo e la sua compagna ma anche l’amore in quell’accezione che è retaggio esclusivo del mondo femminile. Quel moto dell’anima che si incarna nella figura della madre e in quella della prostituta, facce opposte di una medesima medaglia a protezione della quale sono chiamate due immagini “mitiche”, da una parte Maria, madre di Gesù, e dall’altra Bocca di Rosa. Nell’argomento rientrano anche tópos classici quali la separazione forzata degli amanti, molto spesso causata dalla guerra, e la riflessione sull’amore che tenta di sorprendere e abbattere le barriere temporali. A questo punto dell’analisi, il tema d’amore è già inevitabilmente annodato all’indagine sulla morte. Questo binomio, che tanta parte della nostra letteratura si è trovata ad affrontare, ritorna all’interno del canzoniere deandreiano con una forza difficilmente stimabile. Ecco perché il mio studio si snoda lungo quella linea di confine che continuamente oscilla tra il trionfo della vita, realizzato nell’amore, e il trionfo della morte. Vittoria, quest’ultima, alla quale il cantautore non riesce ad arrendersi facilmente, e che porta al suo interno i germi della tensione religiosa riscontrata lungo tutta la sua opera e a cui l’ultima parte dello studio è dedicata.

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