giovedì 22 gennaio 2009

Smisurate preghiere


Smisurate preghiere. Sulla cattiva strada con Fabrizio De André, di C.G. Romana (Arcana)

La Genova stretta e impossibile da strapparsi dal cuore, il mare “dove ogni onda è un’altra”, gli straccioni senza vergogna, l’amore mercenario delle puttane, la morte che punisce i potenti, le preghiere senza Dio, l’eresia, la bestiemmia, l’anarchia. E poi ancora Villon, Rabelais, Brassens, Leonard Cohen, il Maggio francese, il Sessantotto, Spoon River, Aristofane, il canto delle onde e quello dei marinai.Smisurate preghiere è un cammino denso e inedito, lirico e mimetico, fatto di piccole rivelazioni e lunghi aneddoti, di memorie esposte al vento e narrate dall’amico che ne ha condiviso il viaggio. Un avvolgente amarcord dove il cuore rallenta e la testa cammina, e dove a volte è necessario un respiro lungo per non lasciarsi soffocare dall’emozione. I sogni, i dubbi, gli amori del nostro più grande cantautore raccontati attraverso le sue canzoni e la sua voce dorata. Quella di un poeta che è morto a stento, o che, come dice chiunque lo abbia amato, in quel gennaio del ’99 non è mai morto davvero. “Perché non scrivi qualcosa su Don Chisciotte?”. “Adoro Cervantes, ma Don Chisciotte non l’ho mai amato”, tranciò definitivo Fabrizio. E si lanciò in una digressione sul sogno, “che è cosa diversa dall’allegoria: l’allegoria restituisce la realtà in confezione regalo, il sogno la elude”. “Io non sono uno che vende sogni: i sogni si sognano, la realtà si racconta”. Non fu mai data definizione più perfetta del lavoro di Fabrizio De André: c’era, dentro, la sua impavida urgenza di lucidità, quel senso cocciuto del reale che, pur nei voli più arditi, tiene ancorata la sua poesia e la rende utile e grande. NUOVA EDIZIONE


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